Abitare Eroticamente il mondo
Dopo due anni di dichiarata assenza del corpo,
con i pochi resti schiacciati da un nichilismo che ha irrigidito ogni relazione e possibile contatto tra mani, braccia, guance, proporre di vivere eroticamente il mondo è il mio invito a soddisfare una necessità vitale di re-incorporarsi, per non affogare nel virtuale di una realtà immateriale e intangibile.
Non è un azzardo far echeggiare la frase di Christian Bobin; se abitare poeticamente il mondo, lacerato, rotto, rovinato, è importante, tanto più lo è cogliere l’erotismo presente e vivo, nella luce tra le ferite e attraverso le crepe, che emana nuove tonalità, sfumature e timbri e soprattutto PIACERE, oltre che poesia.
Poesia: arte della vita, e l’erotismo è l’energia che vivifica, è movimento, linfa vitale, non solo legata al sesso ma al vibrare del corpo poetico animato dalle emozioni tutte, è piacere al fremito di essere vivi, anche di fronte alla morte.
Quello che Eros porta, mi aiuta a percepire il senso di un nuovo modo di accogliere e toccare le cose, le persone, gli ambienti e di questo voglio scrivere.
Eros è toccare e udire, è oscurità e piacere, è misterioso e divino.
Si vede solo grazie ad una trasformazione, una trasformazione dello sguardo e anche del sentire del corpo. Lo sguardo ha bisogno di una lente immaginale, il corpo ha bisogno che gli si ridia dignità e ascolto.
Eros si vede con il corpo sensuale, carne intelligente e sensibile, che accarezza in tutta la sua bellezza ciò che tocca, che sia un albero, un paesaggio, una persona e sia che il tocco avvenga con gli occhi o con una mano o con l’interezza di sé.
E allora non solo vedere l’intimità delle cose ma cogliere anche l’intimo erotismo di ogni cosa, delle forme piene di vita, di colori o di ombre, di identità e unicità, sentendosi fremere di piacere, e così permettersi di vivere in modo più edonista, più gioioso i pieni e i vuoti, i movimenti e le pause, la bellezza, mai scontata, del mondo.
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